Continua il giro di interviste ai nostri allenatori per presentare la stagione 2019/2020. Questa volta abbiamo fatto quattro chiacchiere con la new entry mister Fabrizio Salvatori.
Mister Fabrizio, in questa stagione, sarà alla guida dell’Under 14 che nel weekend esordirà in campionato contro la Totti Soccer School tra le mura amiche. Allo stesso tempo il tecnico è stato nominato responsabile della scuola calcio accanto a Fabio Scanu.
Primo anno in Petriana. Parlaci un po’ di te… “Per me non è il primo anno da allenatore dell’Agonistica. Ho fatto un percorso che mi ha visto prima nella scuola calcio, poi nelle categorie agonistiche, e poi ancora nella scuola calcio. Adesso è un nuovo ritorno all’agonistica. Sono stato in molte società del panorama di Roma nord: Don Orione, Valle Aurelia, Vis Aurelia.
Sono tanti anni che alleno, quando mi affeziono alle società non sono uno di quelli che cambia spesso. Vengo da 5 anni al Vis Aurelia dove ero responsabile Tecnico della scuola calcio”.
Ti sei immaginato come potrà essere questo primo anno gialloblu? “Alleno una fascia d’età molto particolare, probabilmente quella più importante. Sia a livello calcistico, perché parliamo di ragazzi che fino allo scorso anno giocavano a 9 e che adesso vedono il passaggio al calcio a 11 con tutte le difficoltà tecniche del caso, sia a livello caratteriale, perché loro sono in età pre-adolescenziale, periodo nel quale cominciano ad esserci i primi cambiamenti fisici e mentali. Da una parte cominciano a sentirsi grandi, dall’altra hanno ancora tante fragilità.
Occorre, quindi, trattare ogni ragazzo in maniera differente. Secondo me bisogna innanzitutto curare il talento umano, quindi formare i ragazzi che cominciano a diventare piccoli uomini, dopo di che cercare di farli crescere calcisticamente. Non esiste calciatore bravo che non sia prima di tutto un talento umano, questa è la verità”.
Qual è la cosa più difficile che i ragazzi devono affrontare nel passaggio dalla Scuola Calcio al settore agonistico? “A livello caratteriale loro passano da un ambiente molto ovattato, della serie giocano tutti, tutti quasi con lo stesso minutaggio, a quello dell’agonistica dove si cominciano invece a fare delle scelte. Bisogna far accettare al ragazzo che in quel momento non è pronto o non è il più adatto.
Comincia ad essere una vera e propria scuola di vita: ognuno di noi è diverso, ognuno di noi ha delle caratteristiche, cresce in maniera diversa. Dobbiamo essere bravi a far capire questo ai ragazzi”.
In questa stagione allenatore dei 2006, ma allo stesso tempo responsabile della Scuola Calcio… “Sì responsabile insieme a mister Fabio Scanu. Ci dividiamo i compiti, siamo costantemente sul campo”.
Ti aspettavi questo boom di iscritti nella scuola calcio? “La Petriana è un nome importante a Roma Nord. C’è il richiamo della tradizione della società che comunque è importante, ci sono state sempre ottime scuole calcio, anche squadre di agonistica.
Quello che vogliamo fare io e Fabio Scanu è cercare di migliorare la situazione. Un tipo di scuola calcio che coltivi l’individualità del bambino, dai Piccoli Amici agli Esordienti. Verrà curata in maniera molto approfondita l’individualità tecnica. Quindi ripetizione dei gesti tecnici, altissima intensità. Non ci interessa più di tanto creare delle squadre dove si esprimano già i concetti di diagonale, sovrapposizione, insomma nessuna tattica. Dopo ci sarà tempo per la tattica, tanto loro sono “piccole spugne”, recepiscono tutto molto in fretta”.
Che ne pensi delle differenze che ci sono, a livello di preparazione nella scuola calcio, con i Paesi Esteri? “Loro fanno un discorso molto simile a quello che facevo in precedenza. Lavorano molto sulla tecnica individuale del bambino. Noi, nel nostro piccolo, cerchiamo di portare questo modello.
Nei paesi europei, che sono calcisticamente avanzati, non si insegna più di tanto la tattica nella scuola calcio.
In Italia poi, purtroppo, conta solo il risultato dai Piccoli Amici alla Juniores. Non si va mai a vedere il fatto che una squadra magari perde, però gioca bene. Bisognerebbe avere un po’ di fiducia e di pazienza nei ragazzi.
Io voglio vincere, è ovvio, ma lo voglio fare tramite il bel gioco”.
Rispetto a questo primo periodo in gialloblu, sei riuscito a capire che cos’è per te la Petriana Calcio? “Ti dico con sincerità che vengo da una società dove stavo molto bene e da dove è stato difficile spostarmi, per tutta una serie di affetti, di rapporti che è stata dura lasciare. Ho deciso di venire in Petriana innanzitutto perché la Proprietà è composta da persone davvero per bene. Persone che vogliono costruire un qualcosa di bello e lo vogliono fare nella maniera più giusta.
Sono venuto anche perché Andrea Moscatello è un Direttore Sportivo molto carismatico, riesce a catturarti e a tirarti dentro a pieno in questa avventura. Sono venuti qui poi perché c’è Fabio Scanu, persona che conosco molto bene da tempo. Tutto il parco allenatori è composto da persone preparate, sia come tecnici che come esseri umani.
Poi, in questa società c’è una valore di cui vado sempre alla ricerca, la condivisione. Attraverso il dialogo si lavora davvero bene.
Da quando sono arrivato sono stato supportato in tutto e per tutto, sia come responsabile come scuola calcio, che come allenatore”.
Ufficio Stampa Petriana Calcio